La Corte di Giustizia UE sentenzia che l'Italia dovrà recuperare le imposte non riscosse dagli immobili di associazioni religiose ed enti non profit: differenze tra le versioni

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La [[w:Corte di giustizia dell'Unione europea|Corte di giustizia UE]] ha stabilito ieri che l'[[Italia]] ha il diritto di riscuotere l'[[w:Imposta comunale sugli immobili|ICI]] non pagata dagli edifici commerciali di proprietà di enti religiosi ed associazioni senza scopo di lucro e, pertanto, dovrà attivarsi per recuperare le somme riguardanti gli anni dal 2006 al 2011, periodo in cui è stata in vigore un'esenzione totale dal pagamento dell'imposta; questa sentenza ribalta le precedenti del 2012 ([[w:Commissione europea|Commissione]]) e del 2016 ([[w:Tribunale dell'Unione europea|Tribunale]]), che invece stabilivano come le difficoltà organizzative impedissero il recupero delle somme non versate, cosa smentita dall'ultima sentenza, che le indica come mero affare interno che non può costituire un ostacolo tale da far emanare un blocco totale dei recuperi.
 
La sentenza nasce da un ricorso fatto dalla scuola elementare Montessori di [[Roma]] e da un [[w:Bed and breakfast|B&B]] di [[w:San Cesareo|San Cesareo]] contro la sentenza del 2012, attuato nel 2013 e sostenuto dai [[w:Radicali Italiani|Radicali]], che hanno dedicato la vittoria ottenuta a [[w:Marco Pannella|Marco Pannella]]; la sentenza ha stabilito che la scuola, essendo circondata da attività esentate dal pagamento, ha subito concorrenza sleale, ma ha comunque rigettato le contestazioni mosse sulle esenzioni dal pagamento dell'[[w:Imposta municipale propria|IMU]], anch'esse oggetto di ricorso, in quanto considerate legittime.
 
I Radicali stabiliscono che possano essere recuperati tra i 13 e i 14 miliardi di euro se si procede a recuperare le somme non versate dal 1992 mentre l'[[w:Associazione Nazionale Comuni Italiani|ANCI]] ha stimato tra i 4 ed i 5 miliardi di euro la somma che andrà recuperata per il solo periodo oggetto della sentenza, anche se servirà un ordine della Commissione europea per far partire l'iter, che però sta studiando la sentenza prima di decidere il da farsi; se, ad ordine impartito, l'Italia non si attiverà per recuperare le somme, indipendentemente che alla fine vi riesca o meno, la Commissione potrebbe deferirla, portando ad una nuova sentenza della Corte, mentre se si attiverà sarà necessaria una legge apposita da emanare che stabilisca le modalità di riscossione, se possibile.