Ennesimo viaggio umanitario del CIS in Senegal: differenze tra le versioni

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{{dì la tua}} Con l’ ambulanza donataci dalla ASAVA di Alba, e il minibus regalatoci dall’autonoleggio di Priocca Cordero, giovedì 30 Gennaio partiamo da Canelli con imbarco a Genova in traghetto per Tangeri, in Marocco. I partecipanti del viaggio sono: mio cognato Vittorio Baudino di Sanremo, mio fratello Gian Carlo di Torino, ed un amico, new entry David Francescatti ingegnere che lavora da anni in Germania. Dopo 2 giorni di navigazione si arriva a Tangeri verso mezzogiorno di sabato. Qui comincia il calvario. In dogana nonostante avessimo tutti i documenti richiesti dalla dogana marocchina e controllati prima della partenza dalle rispettive ambasciate, ci fermano per 3 giorni. Le ambulanze non possono transitare in Marocco, senza autorizzazione ministeriale, i mezzi devono fare un lungo iter, perché immatricolati dopo 8 anni; l’ufficio preposto riapre lunedì. A Tangeri, dove ci fermiamo, i tre compagni di viaggio impiegano il tempo visitando questa bella città, specie la parte vecchia; non li seguo perché ho altro da fare, conosco già la città ! Quando ci ripresentiamo in dogana, il responsabile ci fa attendere fino alle 16, per legge dovremmo pagare per ogni mezzo 9 000 euro di cauzione per passare. Siamo stati tutto il giorno in giro per la grande dogana, di Tanger Med lunga circa 5 km; è stato un incubo! Telefono a tante ambasciate con risposte evasive ! Siamo ormai convinti di non entrare, come ci ripetono sempre! Non conoscendo il francese, devo continuamente passare le tante telefonate a Davide, che però non perde mai la calma. In serata, forse perché facciamo loro pena, alle 20 ci consegnano i documenti di transito, senza pagare nulla; la nostra ambasciata si è poi attivata sul posto! Siamo stanchi, incontrato l’autista che guiderà il minibus in Marocco, decidiamo di cenare fuori Tangeri e dormire, anche perché non possiamo assicurare i mezzi per gli uffici chiusi ed abbiamo saltato pranzo, cosa che sarà poi la norma. Il mattino successivo stiamo per partire alle 6 ma, inaspettatamente l’autista contattato dall’Italia per guidare il minibus fino alla frontiera della Mauritania, decide di andarsene pretendendo i soldi pattuiti! Ha guidato in tutto 15 minuti! Gli consegno un ottimo compenso, ma lui pretenderebbe molto di più! Viene sostituito da Vittorio, camionista fino ad un anno fa, molto esperto di guida, lui accetta l’incarico a malincuore, se finirà in prigione, per mancanza di specifica patente gli abbiamo promesso frutta fresca ogni giorno! Purtroppo il precedente “ autista “, incompetente, aveva rotto, fra l’altro, il dispositivo di chiusura della porta del passeggero, dobbiamo legarla con delle funi, perché guidando di notte il freddo si fa sentire! La bella autostrada collega Tangeri ad Agadir, città completamente ricostruita dopo il terremoto degli anni sessanta. Durante il viaggio non so come trovare un altro autista! Mi viene in aiuto un vero angelo custode! Come un miraggio nel deserto che stiamo attraversando. L’infermiera Fatima, marocchina che lavora con me in Italia, tramite il padre riesce in poche ore a trovare un simpatico autista Kalid che ci sta aspettando a Casablanca. La stessa ragazza, a Tangeri era riuscita ad aiutarci, parlando con parente in ambasciata marocchina. Non la ringrazierò mai abbastanza. Poco prima dell’una di notte siamo a Marrakech, poi attraversiamo Tan Tan e Daklà. Finalmente nel tardo pomeriggio, superata la famigerata terra di nessuno, dove è facilissimo impiantarsi nella polvere, zona molto rischiosa per la presenza di predoni, si entra in Mauritania, siamo salvi! La nostra ambasciata sconsiglia nel modo più assoluto di entrarci.[[File:Sabbia bianca in Mauritania.jpg|thumb|Sabbia bianca in Mauritania]] E’ la quinta volta che ci vado, per fortuna senza problemi particolari. Ancora qualche ora di attesa e, senza pagare un euro , ci fanno entrare; in serata arriviamo alla missione cattolica di Nouadhibou, non prima di aver visto il famoso treno del ferro lungo circa 2,5 km. Buona accoglienza, ottima cenetta con spaghetti; qui lasciamo alla missione materiale medico regalatomi dalla compianta signora Bonini di Nizza, e gli utilissimi occhiali della signora Orietta di Canelli. Altra tappa in vescovado nella moderna capitale Nouakchott, il giorno dopo sempre con Nicholas, autista che incontriamo a Nouadhibou, attraversiamo il bellissimo, ma durissimo ( per la pessima pista ), parco nazionale del Diawling, con numerosi uccelli migratori, in una zona ricca di laghetti, con tanto verde, immersa nel deserto con il mare che fa da sfondo. Siamo quasi in Senegal, tiriamo un sospiro di sollievo, abbiamo la schiena a pezzi, le gambe non ci reggono facilmente per i continui sbalzi e testate, i nostri bagagli sono sparsi per tutti i mezzi. Ci illudiamo di avere terminato l’odissea. No! In dogana a Diema, ci viene detto che i mezzi, essendo di oltre 8 anni di immatricolazione, non possono entrare. Alle mie rimostranze i militari ci pongono l’alternativa di pagare 2500 euro di cauzione per ogni mezzo. E’ assurdo, non abbiamo tale cifra. Stranamente poi decidono di trattenere solo il minibus, che avremmo dovuto donarlo alla scuola delle suore di Cluny sempre a Saint Louis, mentre l’ambulanza era destinata all’ospedale della stessa città. Pazienza, ripartiamo tutti sull’ambulanza, sperando che non ci fermino per controlli. Fra Marocco e Mauritania abbiamo incontrato circa 36 check-point di gendarmeria e polizia, ci siamo attrezzati dando loro fotocopie del passaporto. Cosa strana: negli ultimi 50 chilometri prima della dogana senegalese i militari dei 3 posti di blocco, ci chiedono tutti se vendiamo loro il minibus! All’arrivo a Saint Louis nel tardo pomeriggio, l’agognato incontro con suor Celestine; un buon pasto dalle suore ci ritempra un po’, dopo esserci tolto di dosso con una bella doccia, i chili di polvere che ci sono entrati persino nelle ossa. Pernottamento presso la famiglia di Johan Gomes che conosco da anni. Il mattino successivo consegnamo l’ambulanza all’ospedale dove ci aspetta uno staff di medici, primari con il direttore sanitario. Ci offrono un’ ottimo pranzo in ristorante ed un bel regalo. Non mi dò per vinto, nelle ore libere dall’ambulatorio, con suor Celestine, giriamo per gli uffici doganali di Saint Louis per cercare di sbloccare il minibus fermo in frontiera. Il giorno prima di partire per Dakar, mi accordo, una volta rientrato a casa, di inviare i soldi richiesti, tramite bonifico alla dogana, dopo aver ricevuto rassicurazioni che il mezzo sarebbe poi stato consegnato alla scuola delle suore. Suor Celestine mi dice di aspettare a pagare, mi accompagna in diversi uffici doganali; finalmente entriamo nell’ ufficio del colonnello Amidou NDIAYE, simpatico e serio ispettore principale delle Dogane, amico del ministro che ci sconsiglia assolutamente di pagare, e mi promette che nel giro di una settimana, dopo aver parlato col ministro, il minibus sarà sbloccato senza spendere un euro! Miracolo! Gli prometto i ringraziamenti su giornale che poi gli invierò. Vittorio, Gian Carlo e Davide proseguono per Dakar, dove si fermeranno fino a quando li raggiungerò per la partenza. Trascorrono il tempo visitando un po’ il Paese, come l’isola di Gorè ed altri posti, rimanendo affascinati. Dopo le mille visite mediche in ambulatorio ed ospedale, raggiungo i miei compagni a Dakar. Trascorriamo insieme il pomeriggio dai salesiani, dove come sempre, un nugolo di ragazzi/e giocano allegramente. Grazie al primario di cardiologia dr. Adama Kane, amico da qualche anno, andiamo ad un centro ospedaliero franco-italiano, “Centro di cardiochirurgia Cuomo”, attivo da due anni, dove effettuano interventi al cuore anche a bambini con difetti congeniti, che morirebbero, se l’intervento non venisse fatto. Ho firmato una collaborazione con l’ospedale e la mia onlus CIS, per poter finalmente fare operare ogni anno, alcuni di questi bambini lì sul posto, in Senegal, con ovvi vantaggi per tutti, inclusi quelli economici. Siamo molto soddisfatti. Abbiamo penato molto, in particolare: mio cognato, operato al cuore e mio fratello per una grave malattia. Ma finalmente abbiamo ottenuto un bel risultato concreto, grazie alla collaborazione di tutti noi e delle tante persone che ci hanno aiutato. Il giorno prima della partenza per Dakar, visito il piccolo Charles, ultimo bimbo, senegalese che avevo fatto operare al Gaslini per grave malformazione al cuore. Abbiamo tenuto 2 dirette con radio Veronica One di Torino, dalla Mauritania e dal Senegal. Purtroppo per me, oltre i mille problemi, negli ultimi due giorni sono in ansia per il mio adorato nipotino Andrea di 2 anni per sospetta infezione polmonare, per cui i pediatri hanno deciso il ricovero. Telefono spesso per avere notizie, poi il giorno prima di partire, la febbre inizia a scendere, ora sta bene ed è a casa!!! Siamo tutti soddisfatti, anche se stanchi. Il gruppo molto amalgamato è costituito da gente simpatica cui non interessa solo l’aspetto turistico del viaggio. Simpatico l’incontro con gli oltre 700 bambini della scuola di Saint Joseph de Cluny; certo che David con i bambini ci sa fare, li fa cantare, li intrattiene con mille scherzi. Molto bella anche se breve la sosta in tenda di Tuareg, per bere i 3 famosi thè, anche se non gradiamo molto l’uso di 4 bicchierini per 8 persone, e l’assaggio del latte di cammello da una ciotola comune! Il giorno della partenza col volo, presenziamo alla messa a Dakar alla missione dei salesiani: il coro esegue bellissimi canti religiosi ritmati da tamburi e maracas, accompagnati da eleganti danze, e condite da tanti, tanti sorrisi ! Non notiamo nessuno voltarsi, sono concentrati sulla funzione religiosa, si comunicano tutti! Le circa 2 ore trascorse in chiesa passano in fretta senza accorgercene. Don Carlos, salesiano peruviano che conosco da anni, è anche lui coinvolto dall’allegria in chiesa; lui attualmente è in Gambia, dove vuole aprire un ambulatorio medico, gli consegno un buon contributo. Come sempre, anche di questo viaggio, la nota dominante, che ci ricorderemo volentieri, è l’allegro sorriso dei bambini. Pur avendo ricevuto pochissimo dalla vita, non perdono mai la contentezza, difficilissimo vedere persone tristi, o peggio arrabbiate. Il fumo poi è rarissimo. Ringrazio tutti i miei 3 validi e simpatici collaboratori, e le nostre mogli per non averci ostacolato nella difficile impresa. Un ricordo particolare all’amico austriaco ing. Wolfgang per non esser potuto partire con noi per problemi familiari, come invece era previsto. Ringrazio Wikinotizie per averci concesso lo spazio per parlare di questa esperienza, e tutti coloro che ci hanno aiutato nel viaggio. E’ stato tutto molto bello, ma torno volentieri a casa! La mia famiglia mia aspetta con ansia. Quando vedo Andrea, ammutolisce per la gioia! Ora sono ancora più contento! Pier Luigi
 
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[[File:Saint Louis donazione dell'ambulanza all' ospedale della città.jpg|thumb|Saint Louis donazione dell'ambulanza all' ospedale della città]]
== Fonti ==
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