È morto Ambrogio Molteni, imprenditore e patron di ciclismo: differenze tra le versioni

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Con la tradizionale maglia camoscio e striscia nera orizzontale, la Molteni ha esordito nel 1958. In quell'anno la prima vittoria alla Tre Valli Varesine. Ma occorrono ancora degli anni per entrare nel grande giro, e diventare la squadra "campione", con l'arrivo nel 1971 di [[w:Eddy Merckx|Eddy Merckx]]. Eddy portò alla squadra 246 vittorie ed accanto a se avrà una corte di ciclisti belgi, come Van Springel, Swerts, Bruyère e Huysmans. Merckx non è stato l'unico atleta vincente. Con la Molteni vincono anche [[w:Rudi Altig|Rudi Altig]], [[w:Gianni Motta|Gianni Motta]] (48 vittorie), [[w:Michele Dancelli|Michele Dancelli]] (47 vittorie), [[w:Marino Basso|Marino Basso]] (34 vittorie) e [[w:Davide Boifava|Davide Boifava]].
 
Nel 1976, i bilanci della Alimentari Molteni Arcore non sono più così rosei e la società è costretta ad abbandonare il cislimociclismo. Sulla società cade anche lo scandalo delle "mortadelle allo sterco": nonostante il nome, il caso non è determinato dalla qualità degli alimenti forniti ai consumatori, ma da una gigantesca evasione fiscale. Nel 1979, la moglie Olga Sala, scivola in fabbrica su una sega circolare e muore dissanguata. È un colpo tremendo per Molteni. L'azienda continua a perdere e, nel 1987, arriva il fallimento. Nel 1993 Molteni viene condannato per bancarotta fraudolenta e falso in bilancio. Questa decisione giudiziaria chiude un'epoca.
 
I figli, Mario e Pierangela, ripercorreranno la tradizione di famiglia, costituendo il salumificio "Salmilano", che sponsorizza il ciclismo dilettantistico.