Caso Regeni, sospesi i rapporti della Camera con il Parlamento egiziano: differenze tra le versioni

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La decisione, presa unicamente dal presidente 5S Fico, arriva subito dopo l'ennesimo vertice tra le autorità italiane ed egiziane avvenuto ieri, al quale si è aggiunto la dichiarazione della Procura di Roma, che ha iscritto nel registro degli indagati sette agenti dei servizi di sicurezza egiziani coinvolti nell'omicidio di [[w:Giulio Regeni|Giulio]]. Secondo gli investigatori, i sette agenti del National Security egiziano avrebbero pedinato e controllato Giulio Regeni fino ad almeno il 25 gennaio, giorno della sua scomparsa, oltre ad aver messo in atto un depistaggio nei confronti delle autorità italiane. Gli investigatori del [[w:Raggruppamento Operativo Speciale|ROS]] e dello [[w:Servizio Centrale Operativo|SCO]], dopo aver analizzato i tabulati telefonici dei sospettati, tra i quali il maggiore Magdi Abdlaal Sharif e il capitano Osan Hemly, hanno reso noti i risultati alle autorità egiziane con un'informativa nel dicembre 2017. Condivisa da tutti i capigruppo di Montecitorio la posizione del presidente Fico, che giudica l'azione della Procura "un atto dovuto", di fronte all'immobilismo delle autorità egiziane.
 
Decisione forte quella del presidente della Camera, intenzionato ad arrivare ad un punto di svolta sul caso Regeni senza però arrivare ad una rottura definitiva con Il Cairo, come avvenuto nel 2016 con il ritiro dell'ambasciatore. DaDal G20 di Buenos Aires il premier [[w:Giuseppe Conte|Giuseppe Conte]] dichiara di "non conoscere le ragioni della scelta", sottolineando però che al vertice di Palermo dei giorni scorsi, al presidente egiziano [[w:ʿAbd al-Fattāḥ al-Sīsī|Sisi]] è stata certamente ribadita "la necessità di giungere all'accertamento della verità". Sul caso Regeni è intervenuto anche il vicepremier Matteo Salvini, sostenendo che il governo con tutti i suoi esponenti di maggioranza e opposizione, stanno facendo il massimo.
 
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