Kenya: il paese sull'orlo della guerra civile, oltre 300 i morti: differenze tra le versioni

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Date queste richieste di mediazione, il presidente di turno dell'Unione Africana [[w:John Kufuor|John Kufuor]] (Capo di Stato [[Ghana|Ghanese]]), si sta dirigendo verso la [[w:Nairobi|capitale del Kenya]] per trovare una soluzione diplomatica alla contesa.
[[immagine:Flag of Kenya.svg|190px|right|thumb|Bandiera del Kenya]]
 
Si è recentemente pronunciato riguardo la situazione in Kenya un missionario italiano attivo nel luogo, padre [[w:Alex Zanotelli|Alex Zanotelli]]. Ha dichiarato ''«La base degli scontri è soprattutto di carattere economico: la mia esperienza di molti anni di vita in Kenya, a Korogocho, mi fa escludere decisamente che si possa arrivare a scontri interreligiosi; l'intesa tra le differenti religioni, con l'eccezione di piccoli gruppi di integralisti, e' stata sempre grande né gli islamici sono affatto coinvolti nelle vicende attuali: i kikuyu, l'etnia del presidente Kibaki, hanno una lunga storia di potere non solo politico, ma anche economico sin dai tempi di Kenyatta, poi continuata durante il regime di Moi; adesso i Luo, l'etnia di Raila Odinga, vogliono recuperare questo potere economico e certo non vorrebbero lasciarsi sfuggire l'elezione del presidente, che ritenevano a portata di mano. Credo che questa sia la ragione della violenza degli scontri, in un sistema paese che peraltro è violento per sua natura. Il problema e' tipicamente interno e deve essere risolto internamente. La comunità internazionale potrebbe al massimo chiedere la ripetizione della consultazione elettorale. Questo mio è solo un tentativo di riflessione dall'esterno, sapendo peraltro che Raila Odinga ha sempre giocato la carta del personalismo. Mi auguro solo che questo contesto non sfoci in un clima da guerra civile»''.
== Fonti ==