Libia: attentato al consolato statunitense, ucciso l'ambasciatore: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+img e interlink
Nessun oggetto della modifica
Riga 1:
{{data|15 settembre 2012|sabato}}
[[file:Ambassador christopher stevens.jpg|thumb|left|L'ambasciatore Christopher Stevens, ucciso l'11 settembre scorso nell'attacco al consolato statunitense di Bengasi]]
Quattro giorni fa, il consolato statunitense a [[w:Bengasi|Bengasi]] ([[Libia]]) ha subito un violento attacco da parte di forze della milizia [[w:Ansar Al-Sharia|Ansar Al-Sharia]] in risposta alla conferma da parte di [[w:Ayman al-Zawahiri|Ayman al-Zawahiri]] della morte, avvenuta per mano statunitense, di [[w:Abu al-Libi|Abu al-Libi]], il numero due del ramo libico di [[w:Al Qaida|Al Qaida]], nonché in seguito alla distribuzione del film ''[[w:Innocence of Muslims|Innocence of Muslims]]'', ritenuto offensivo e dissacrante nei confronti del profeta [[w:Islam|islamico]] [[w:Maometto|Maometto]].
 
Nell'attentato hanno perso la vita l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia [[w:Christopher Stevens (diplomatico)|Christopher Stevens]], due [[w:marine|marines]], e un impiegato del consolato. Proteste di entità minore si sono verificate anche ain [[Egitto]], al [[w:Il Cairo|Il Cairo]], in [[Egitto]], dove i manifestanti hanno scalato i muri dell'ambasciata statunitense e hanno abbattuto la [[w:Bandiera degli Stati Uniti d'America|bandiera a stelle e strisce]] per poi bruciarla e sostituirla con quella nera islamica. Successivamente, tuttavia, le manifestazioni di protesta si sono diffusepropagate anche in altri [[w:Mondo islamico|Paesi islamici]], tra cui lo [[Yemen]]. A seguito di questi fatti, il [[w:Governo statunitense|governo]] degli [[Stati Uniti]] ha predisposto l'invio il Libia di 200 marines e un'offensiva con l'uso deidi droni; ha anche ordinato il trasferimento del personale diplomatico da Bengasi a [[w:Tripoli|Tripoli]].
 
Il primo ministro libico, [[w:Muṣṭafā Abū Shāqūr|Muṣṭafā Abū Shāqūr]], ha condannato l'attacco dicendo: «Pur condannando con fermezza ogni tentativo di abusare della persona di Maometto, ogni insulto ai nostri luoghi santi e ogni pregiudizio contro la nostra fede, rifiutiamo e condanniamo fermamente l'uso della forza per terrorizzare e uccidere persone innocenti». Ha comunque ribadito «la profondità del rapporto tra Libia e Stati Uniti, intensificatisi con la presa di posizione del governo degli Stati Uniti a sostegno della [[w:Guerra civile libica|rivoluzione del 17 febbraio]]».
 
[[w:Muḥammad Yūsuf al-Maqariyaf|Muḥammad Yūsuf al-Maqariyaf]], presidente della Congresso Generale Nazionale della Libia, ha detto: «Presentiamo le nostre scuse agli Usa, al popolo americano e al mondo intero; […] dobbiamo opporci in modo e (''sic!'') inequivocabile a questa violenza senza senso che è costata la vita di servitori dello Stato».
 
{{dì la tua}}