Libia: attentato al consolato statunitense, ucciso l'ambasciatore: differenze tra le versioni

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Quattro giorni fa il consolato statunitense a [[w:Bengasi|Bengasi]] ([[Libia]]) ha subito un violento attacco da parte di forze della milizia [[w:Ansar Al-Sharia|Ansar Al-Sharia]] in risposta alla conferma da parte di [[w:Ayman al-Zawahiri|Ayman al-Zawahiri]] della morte, avvenuta per mano statunitense, di [[w:Abu al-Libi|Abu al-Libi]], il numero due del ramo libico di [[Al Qaida]], nonché in seguito alla distribuzione del film ''[[w:Innocence of Muslims|Innocence of Muslims]]'', ritenuto offensivo e dissacrante nei confronti del profeta [[w:Islam|islamico]] [[w:Maometto|Maometto]].
 
Nell'attentato hanno perso la vita l'ambasciatore degli Stati Uniti in Libia [[w:Christopher Stevens (diplomatico)|Christopher Stevens]], due [[w:marine|marines]] e un impiegato del consolato. Proteste di entità minore si sono verificate anche a [[w:Il Cairo|Il Cairo]], in [[Egitto]], dove i manifestanti hanno scalato i muri dell'ambasciata statunitense e hanno abbattuto la bandiera a stelle e strisce per poi bruciarla e sostituirla con quella nera islamica. Successivamente, tuttavia, le manifestazioni di protesta si sono diffuse anche in altri Paesi islamici, tra cui lo [[Yemen]]. A seguito di questi fatti il governo degli [[Stati Uniti]] ha predisposto l'invio il Libia di due200 [[w:cacciatorpediniere|cacciatorpedinieri]]marines e diun'offensiva unacon squadral'uso didei marinesdroni; ha anche ordinato il trasferimento del personale diplomatico da Bengasi a [[w:Tripoli|Tripoli]].
 
Il primo ministro libico [[w:Muṣṭafā Abū Shāqūr|Muṣṭafā Abū Shāqūr]] ha condannato l'attacco dicendo: «Pur condannando con fermezza ogni tentativo di abusare della persona di Maometto, ogni insulto ai nostri luoghi santi e ogni pregiudizio contro la nostra fede, rifiutiamo e condanniamo fermamente l'uso della forza per terrorizzare e uccidere persone innocenti». Ha comunque ribadito «la profondità del rapporto tra Libia e Stati Uniti, intensificatisi con la presa di posizione del governo degli Stati Uniti a sostegno della rivoluzione del 17 febbraio».
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|data=14 settembre 2012
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