Nuova sparatoria sul litorale laziale. Ucciso un camorrista: differenze tra le versioni

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Gaetano Marino era noto anche per una particolare mutilazione fisica, che gli era valsa quel soprannome di ''Moncherino'' o ''Manuzza'': dagli anni '90, infatti, era rimasto improvvisamente privo di entrambe le mani, in maniera inspiegabile. Avvolte dal mistero, infatti, sono ancor oggi le circostanze e le cause di quella mutilazione, sulla quale è fiorita una fitta serie di miti e leggende, tra cui anche quella sulle "mani sciolte nell'acido" che da anni si scambiavano, di bocca in bocca, in un eccitante [[w:Passaparola (marketing)|passaparola]], gli avventori abituali del lido "La Sirenella": tra le storielle che si affollavano, senza conferme né smentite, la più accreditata, tuttavia, era quella del malaugurato imprevisto accadutogli durante la manipolazione di un ordigno. Insomma, si sarebbe trattato di quello che, a prezzo di un certo abuso di linguaggio giuslavoristico, molti cronisti avevano classificato come un "[[w:Incidente sul lavoro|incidente sul lavoro]]", un evento, tuttavia, si spera, non coperto né indennizzato dall' [[w:Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro|INAIL]]. Comunque sia, era questo il motivo per cui, da tempo, Gaetano Marino era costretto a muoversi sempre accompagnato da un fedelissimo dioscuro, un [[w:maggiordomo|maggiordomo]] personale che lo accudiva, facilitandolo nel compimento delle incombenze più spicciole e fisiologiche della vita: mangiare, bere, lavarsi, vestirsi, aprire le porte...
 
===L'epilogo di Manuzza===
Quel particolare anatomico non poteva passare inosservato sotto lo sguardo della conduttrice televisiva di quel famoso programma su Rai Due, ignara, chissà, di trovarsi, invece, davanti alle [[w:stimmate|stimmate]] di una feroce appartenenza criminale. Forse colpita dalle circostanze, forse in ottemperanza alla scaletta del programma, aveva chiamato dal pubblico quel papà, invitandolo ad avvicinarsi al palco, perché, trepidante, porgesse la guancia al bacio dell'adorata figlia che aveva appena intonato a lui, «''il padre più bello del mondo''», un vero e proprio inno d'amore filiale. La conduttrice, in quell'occasione, aveva espresso i suoi più fervidi auguri, ma non certo lei, e neppure la maggior parte dei telespettatori di quell'evento, avrebbero mai immaginato che il futuro di quella famiglia, immortalata in un idilliaco siparietto televisivo, in capo a due anni sarebbe giunto a un tragico epilogo, quello che si è consumato ieri, 23 agosto 2012, su un altro palcoscenico, non sotto i riflettori di scena, sotto la luce di un sole infuocato, sul lungomare di Terracina, dove «''il padre più bello del mondo''» si è accasciato a terra per sempre, sotto i colpi delle pistole, tra i miasmi della cordite e le urla in [[w:dialetto napoletano|dialetto partenopeo]] dei parenti, miseramente addossato alla fiancata di un'automobile, in una pozza di sangue.