Nuova sparatoria sul litorale laziale. Ucciso un camorrista: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Riga 28:
Come spiegato in quell'occasione da Saviano, Gaetano Marino non era un personaggio di secondo piano, ma un leader della fazione dei cosiddetti ''[[w:Scissionisti di Secondigliano|Scissionisti di Secondigliano]]'' (detti anche gli ''Spagnoli'', per via della fuga in [[w:Spagna|Spagna]] di uno dei futuri capibastone durante i mesi che precedettero la cosiddetta [[w:faida di Scampia|guerra camorristica di Scampia]]), protagonisti di una faida intestina che aveva sconvolto, dall'interno, l'equilibrio del cosiddetto "[[w:Clan Di Lauro|cartello dei Di Lauro]]". Di quella lotta intestina, la famiglia Marino (conosciuta anche, per motivi televisivi di cui si dirà più oltre, con il soprannome di ''McKay'') era stata promotrice e fortunata protagonista. Quella faida, infatti, iniziata da Gennaro, fratello di Gaetano, aveva avuto un esito vittorioso per gli ''Scissionisti'', anche se all'inevitabile prezzo di qualche perdita collaterale. Una di queste aveva colpito proprio Gaetano e Gennaro, rimasti orfani del loro padre Crescenzo, ucciso per ritorsione proprio dal clan Di Lauro. Crescenzo era il patriarca [[w:eponimo|eponimo]] della famiglia, quello che, per la somiglianza fisica a un personaggio di una vecchia [[w:Saga (letteratura)|saga]] [[w:serie televisiva|televisiva]] [[w:western|western]], si era guadagnato il soprannome [[w:Anglofono|americaneggiante]] di ''McKay'', poi trasmessosi all'intera [[w:Stirpe|schiatta]].
 
===La misteriosa vicenda della mutilazione delle mani===
Gaetano Marino era anche noto per una particolare mutilazione fisica, che gli era valso il soprannome di ''Moncherino'' o ''Manuzza'': dagli anni '90, infatti, era rimasto privo di entrambe le mani. Avvolte dal mistero sono, ancor oggi, le circostanze e le cause di quella mutilazione, sulla quale era fiorita una fitta serie di miti e leggende, tra cui anche quella sulle "mani sciolte nell'acido" che da anni si scambiavano, di bocca in bocca, in un eccitante [[w:Passaparola (marketing)|passaparola]], gli avventori abituali del lido "La Sirenella": tra le storielle che si affollavano, senza conferme né smentite, la più accreditata, tuttavia, è quella del malaugurato imprevisto accadutogli durante la manipolazione di un ordigno, in quello che, a prezzo di un certo abuso di linguaggio, molti cronisti avevano classificato come un "[[w:Incidente sul lavoro|Incidente sul lavoro]]", un evento, si spera, non coperto né indennizzato dall' [[w:Istituto Nazionale per l'Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro|INAIL]]. Per questo motivo, e da tempo, Gaetano Marino era costretto a muoversi sempre accompagnato da un fedelissimo [[w:maggiordomo|maggiordomo]] personale che lo accudiva, facilitandolo nel compimento delle incombenze più spicciole e fisiologiche della vita: mangiare, bere, lavarsi, vestirsi, aprire le porte...
 
===L'epilogo di Manuzza===
Quel particolare anatomico non poteva passare inosservato sotto lo sguardo della conduttrice televisiva di quel famoso programma su Rai Due, ignara di trovarsi, invece, davanti alle [[w:stimmate|stimmate]] di una feroce appartenenza criminale. Forse colpita dalle circostanze, aveva chiamato dal pubblico quel papà, invitandolo ad avvicinarsi al palco, perché, trepidante, porgesse la guancia al bacio dell'adorata figlia che aveva appena intonato a lui, «''il padre più bello del mondo''», un vero e proprio inno d'amore. La conduttrice, in quell'occasione, aveva espresso i suoi più fervidi auguri, ma non certo lei, e neppure la maggior parte dei telespettatori di quell'evento, avrebbero mai immaginato che il futuro di quella famiglia, immortalata in un idilliaco siparietto televisivo, in capo a due anni sarebbe giunto a un tragico epilogo, quello che si è consumato ieri, 23 agosto 2012, su un altro palcoscenico, non sotto i riflettori di scena, ma illuminato dal sole infuocato del lungomare di Terracina, dove «''il padre più bello del mondo''» si è accasciato a terra per sempre, sotto i colpi delle pistole, tra miasmi di cordite e urla in [[w:dialetto napoletano|dialetto partenopeo]] dei parenti, addossato alla fiancata di un'automobile, in una pozza di sangue.