Napoli: convegno sui beni sequestrati alla Camorra: differenze tra le versioni
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Si è svolto l'altro ieri a Napoli presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'[[w:Università degli Studi di Napoli Federico II|Università Federico II]] un convegno sulle più recenti iniziative legislative in materia di lotta alla [[w:Camorra|Camorra]], in particolare sul processo di valutazione per l'accesso ai beni sequestrati alla criminalità organizzata ai fini del riscatto del territorio. L'evento è iniziato con un filmato in memoria dei due eventi che hanno determinato l'inizio di una nuova strategia di lotta alla mafia:
▲Si è svolto l'altro ieri a Napoli presso la Facoltà di Scienze Politiche dell'Università Federico II un convegno sulle più recenti iniziative legislative in materia di lotta alla Camorra, in particolare sul processo di valutazione per l'accesso ai beni sequestrati alla criminalità organizzata ai fini del riscatto del territorio. L'evento è iniziato con un filmato in memoria dei due eventi che hanno determinato l'inizio di una nuova strategia di lotta alla mafia: 30 aprile 1982 Pio La Torre e 23 maggio 1992 Giovanni Falcone. La criminologia, infatti, in base alla letteratura più recente, è giunta alla conclusione che non basta solo perseguire penalmente i responsabili di tali delitti ma che occorre colpire le organizzazioni criminali nel proprio patrimonio in modo da restituire i valori di legalità al territorio ed alla comunità civile.
Fino ad oggi solo in [[Campania]] ci sono state circa 6000 aziende sequestrate per un valore complessivo di circa 6 milioni di euro. Considerando che trascorrono circa 6-8 anni dal sequestro all'utilizzo del bene patrimoniale, l'amministrazione giudiziaria ha una duplice responsabilità: verso lo Stato
In base ai dati relativi alle indagini su alcuni casi è emerso che la maggior parte di aziende sequestrate fanno largo uso di personale assunto dal mercato nero, evitando di consultare l'erario e gli istituti previdenziali necessari per la regolarizzazione delle pratiche di assunzione. Paradossalmente lo Stato diventa un problema a causa dei controlli che deve effettuare con ricadute sui costi e sulla pubblica amministrazione. Dal lato del ricavo, i soggetti delle aziende internazionali hanno subito un tracollo di fatturato e falliscono anche se ottengono il risarcimento. Se invece il sequestro passa in giudicato, il bene è restituito al territorio per fini sociali o culturali con grande sollievo per la lotta al crimine organizzato. A tal proposito si avanzano due proposte di intervento: non far pagare le sanzioni all'amministrazione giudiziaria e non far pagare le imposte sul reddito nel periodo durante il quale avvengono i controlli. Se l'azienda dovesse essere sequestrata, da quel momento si pagherebbero le tasse. La proposta è approvata all'unanimità.
Il dott. Baldascino fa notare che il 30 aprile ha riaperto l'Ieva Group con 50 dipendenti e 100 automezzi impegnata nell'attività di corriere e trasporti che è passata da 30 milioni a 500 mila euro di fatturato in un anno
Il dott. Allucci, amministratore delegato del
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