Libia: quattro giornalisti italiani sequestrati nei pressi di Tripoli: differenze tra le versioni

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I giornalisti sono stati poi trasferiti in un appartamento a Tripoli, in una zona ancora saldamente controllata dai lealisti, e a Monici è stato dato un telefono col quale ha potuto comunicare con la propria redazione e dare così notizia del sequestro. Non sono note per il momento le intenzioni di chi trattiene dei sequestratori.
 
Il console italiano a [[w:Bengasi|Bengasi]] Guido De Sanctis riferisce di essersi messo in contatto con i giornalisti, e che i quattro "stanno bene". L'unità di crisi della [[w:Ministero degli Affari Esteri|Farnesina]] si è attivata, mentre il ministro degli esteri [[w:Franco Frattini|Franco Frattini]], la presidenza del consiglio e il presidente della repubblica [[w:Giorgio Napolitano|Giorgio Napolitano]] seguono la vicenda. L'[[w:Unione Europea|Unione Europea]] ha lanciato un appello alla liberazione dei giornalisti italiani, etramite il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e la Sicurezza [[w:Catherine Ashton|Catherine Ashton]] che ha posto l'accento sull'importanza del fatto che i giornalisti possano svolgere la loro funzione informativa in Libia in condizioni di sicurezza.
 
Condanna anche da parte di [[w:Amnesty International|Amnesty International]], che definisce il sequestro «''l’ennesimo crimine internazionale''» del regime di Gheddafi.
 
Si è trattato comunque di una giornata nera per il giornalismo di tutto il mondo. Nel pomeriggio una trentina di reporter di varie nazionalità si sono trovati intrappolati all'interno dell'Hotel Rixos, a Tripoli, assaltato dai lealisti. I giornalisti si sono dovuti rifugiare ai piani superiori dell'albergo per sfuggire ai colpi d'arma da fuoco, esponendo lenzuoli bianchi da finestre e balconi nel tentativo di farsi riconoscere come cronisti. sono stati trattenuti per diverse ore prima di essere finalmente consegnati alla [[w:Croce Rossa Internazionale|Croce Rossa Internazionale]].
 
È invece andata peggio a due giornalisti francesi, Bruno Girodon, cameramen per [[w:France 2|France 2]] e Alvaro Canovas, fotografo di [[w:Paris Match|Paris Match]]. Sono infatti entrambi rimasti feriti nelle concitate fasi dell'ingresso dei ribelli a Tripoli. Il primo è stato colpito da un proiettile nelle vicinanze di [[w:Bab al-Aziziya|Bab al-Aziziya]], il secondo è stato ferito alla coscia da un colpo sparato da un [[w:Kalašnikov|Kalašnikov]] mentre i ribelli assaltavano il Bunker di Gheddafi. Entrambi sono stati rimpatriati e non sono in pericolo di vita.
 
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