Libia: quattro giornalisti italiani sequestrati nei pressi di Tripoli: differenze tra le versioni

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mercoledì 24 agosto 2011

File:Libya Brega rebel fighters 10 March 2011 - VOA Ittner.jpg

Nella drammatica escalation di questi giorni di scontri a Tripoli la situazione è diventata più che mai rischiosa anche per i giornalisti. Nella giornata di ieri quattro giornalisti italiani sono stati aggrediti e sequestrati nei pressi della città libica. Si tratta di Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina, entrambi inviati del Corriere della Sera di Domenico Quirico della Stampa e di Claudio Monici di Avvenire.

Monici ha potuto comunicare telefonicamente con la sua redazione e Quirico ha contattato la propria famiglia. In queste telefonate i giornalisti hanno riferito di stare bene.

I quattro si trovavano a bordo di un'auto diretta verso Tripoli quando sono stati aggrediti da una banda armata. Gli aggressori hanno ucciso l'autista e picchiato gli italiani, prima di consegnarli ai "lealisti", le truppe fedeli a Gheddafi.

I giornalisti sono stati poi trasferiti in un appartamento a Tripoli, in una zona ancora saldamente controllata dai lealisti, e a Monici è stato dato un telefono col quale ha potuto comunicare con la propria redazione e dare così notizia del sequestro. Non sono note per il momento le intenzioni di chi trattiene dei sequestratori.

Il console italiano a Bengasi riferisce di essersi messo in contatto con i giornalisti, e che i quattro "stanno bene". L'unità di crisi della Farnesina si è attivata, mentre il ministro degli esteri Franco Frattini, la presidenza del consiglio e il presidente della repubblica Giorgio Napolitano seguono la vicenda. L'Unione Europea ha lanciato un appello alla liberazione dei giornalisti italiani, e il portavoce dell’Alto rappresentante Ue per la Politica estera e la Sicurezza Catherine Ashton ha posto l'accento sull'importanza del fatto che i giornalisti possano svolgere la loro funzione informativa in Libia in condizioni di sicurezza.

Condanna anche da parte di Amnesty International, che definisce il sequestro «l’ennesimo crimine internazionale» del regime di Gheddafi.


Fonti