Caso P3: interrogati Verdini e Dell'Utri: differenze tra le versioni

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[[w:Denis Verdini|Denis Verdini]], coordinatore nazionale del [[w:Popolo della Libertà|Popolo della Libertà]], è stato interrogato in procura dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo dalle 15 a mezzanotte.
 
Ha giustificato così gli incontri con le persone che avrebbero fondato la P3: "Non conoscevo né Lombardi, né Martino. Fu Marcello Dell'Utri a portarli a pranzo a casa mia. Con lui siamo amici da una vita, è una persona carismatica. Se lui viene con qualcuno che cosa dovrei fare? Non posso certo chiedere i documenti alle persone che lo accompagnano". Gli incontri sarebbero serviti, inoltre, a decidere come intervenire sulla Consulta per il Lodo Alfano, ma Verdini ha sminuito il fatto: "Abbiamo fatto un toto giudici. Questo dice di sì, l'altro di no. In quei giorni ne parlavano tutti, anche noi".
 
Le spiegazioni date da Verdini sono apparse generiche e non convincenti, soprattutto quelle relative al prelievo di 2 milioni e 600 mila euro dal conto della ''Società Toscana Edizioni''. Il denaro fu versato dalla convivente di [[w:Flavio Carboni|Flavio Carboni]] e si sospetta che possa essere il pagamento mascherato di una tangente. "Nel 2004 il Giornale della Toscana aveva problemi e si fecero avanti un paio di imprenditori per rilevare alcune quote [...] riuscimmo comunque a salvare la situazione" ha replicato il coordinatore "Ultimamente ci sono stati altri problemi e nel maggio del 2009 uno di loro mi presentò Flavio Carboni. Di lui sapevo che era stato coinvolto nella vicenda di Calvi, ma che era stato assolto. In ogni caso in quel momento era utile perché portava soldi, quindi cominciai a riflettere sulla possibilità di una sua proposta. Mentre stavo decidendo, Dell'Utri organizzò un pranzo all'Hotel Eden e quando arrivai trovai anche Carboni. Marcello mi disse che dovevo accettare e alla fine cedetti il 30% delle quote. Fu versata la prima rata da 800 mila euro ma poi cominciò l'indagine della procura di Firenze e io decisi di bloccare tutto". Quando i magistrati gli hanno chiesto che cosa ci abbia guadagnato Carboni da questa operazione, Verdini ha esitato e ha detto che l'affare rimase in sospeso perché ci furono delle difficoltà.