Marche: autorizzata la caccia di selezione a duemila caprioli e daini: differenze tra le versioni

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[[ImageImmagine:ItalyMarche.png|150px|right]]Le ferme proteste di animalisti, ambientalisti e di larga parte dell’opinione pubblica sollevate, proprio in questi giorni, in Piemonte a seguito dell’[[Piemonte: abbattuti caprioli da cacciatori di selezione|abbattimento selettivo di alcune centinaia di caprioli]] non hanno fermato la [[w:Provincia di Pesaro-Urbino|Provincia di Pesaro-Urbino]] che ha recentemente autorizzato la “caccia di selezione” a circa duemila esemplari di [[w:Capreolus capreolus|caprioli]] e [[w:Dama dama|daini]].
 
[[ImageImmagine:Capreolus capreolus (Marek Szczepanek).jpg|200px|left|thumb|Un esemplare di [[w:Capreolus capreolus|capriolo]]]]Dopo aver espresso [[Le Marche abusano delle deroghe alla caccia: l’Enpa condanna il calendario venatorio regionale|dure critiche al calendario venatorio regionale]], avvalorate dai giudizi negativi espressi a riguardo anche dall’Istituto nazionale per la fauna selvatica, il Coordinamento regionale per le Marche dell’Ente Nazionale Protezione Animali è costretto a tornare sull’argomento della caccia. «Lo sappiamo: il capriolo ed altri mammiferi selvatici sono responsabili di danni ai boschi, alle coltivazioni e anche di alcuni incidenti stradali e questo a motivo del loro soprannumero», afferma il Coordinatore regionale della Protezione Animali, Simone Casadei. «Ma ciò – continua – è, innegabilmente, frutto degli errori dell’uomo, responsabile di aver alterato gli equilibri naturali, con immissioni di animali in natura sbagliate per quantità e qualità e con un abbattimento sproporzionato dei predatori naturali degli animali che oggi sono vittime della caccia di selezione». «Quello dell’“abbattimento selettivo” è solo uno dei sistemi a disposizione dell’Amministrazione per contenere i danni causati dall’esubero di alcune specie animali», precisa Franco Biancani, Commissario straordinario dell’ENPA di Pesaro-Urbino, che nota: «Si è scelto, com’era prevedibile, quello più semplice da mettere in atto e che è, al contempo, quello che dà maggiore soddisfazione alla potente lobby dei cacciatori».
 
La Protezione Animali marchigiana, mentre esprime ferma contrarietà al rinnovato ricorso alla caccia di selezione, auspica che sia al più presto convocato un tavolo di lavoro tra tutti gli “addetti ai lavori” (amministratori pubblici, veterinari, accademici, associazioni animaliste e cacciatori) affinché a problemi come quelli dei danni causati dagli animali selvatici siano date risposte corrette dal punto di vista etico ed ambientale e, al tempo stesso, frutto di una progettualità consapevole e non emergenziali e contingenti come la caccia “di selezione”.