11 ottobre, l'IdV a Piazza Navona per il referendum: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nuova pagina: {{data|2008|12 ottobre}} Arrivo a Piazza Navona un pò oltre le 6 di pomeriggio. Di Pietro ha appena iniziato a tuonare il suo discorso d'es...
(Nessuna differenza)

Versione delle 15:07, 26 dic 2008

12 ottobre 2008 Arrivo a Piazza Navona un pò oltre le 6 di pomeriggio. Di Pietro ha appena iniziato a tuonare il suo discorso d'esordio di una manifestazione che durerà ancora parecchie ore, discorso incentrato sulla difesa della democrazia e la minaccia posta dall'esecutivo Berlusconi, in particolare il Lodo Alfano e il futuribile Lodo Consolo. Ma ha anche ricordato che la coetanea e massiccia manifestazione di Rifondazione e delle altre sinistre, non era da considersi antagonista alla loro e che il Partito Democratico non doveva vedere tali manifestazioni come una 'minaccia' per le altre opposizioni, ma come un'occasione per essere uniti contro il governo (la polemica seguita alla prima manifestazione di Piazza Navona, quella dell'8 luglio, non s'era certo placata). In realtà, anche la manifestazione di Piazza Navona era iniziata già dalle 10 di mattina, con i primi artisti e relatori sfilati sul palco di un giorno soleggiato e caldo (lo scorso ottobre è infatti passato alla storia della meteorologia come uno dei più caldi registrati, peraltro in antitesi alla seconda metà di settembre), ma dalle 6 iniziava la parte più 'tosta'. Non c'era moltissima gente, forse attorno alle 5 mila persone, ma del resto, data la lunghezza della manifestazione, gli interessati erano 'diffusi' su tutta la giornata. Per esempio, non c'era il maxischermo a metà piazza dell'8 luglio per ripetere l'immagine del palco a chi fosse troppo distante (anche perché sotto al palco, nonostante le raccomandazioni di non mostrare vessilli di sorta, era gremito di bandiere dell'Italia dei Valori). I gazebo di IdV erano a dozzine, ognuno organizzato per accogliere le firme in base alla provenienza geografica. Parlo con un addetto che mi assicura un afflusso enorme: pare che da solo ha accolto un migliaio di firme. Gli dico da dove vengo, e subito mi identifica per un paesino che 'lo conoscono bene anche a Roma' data la sua bellezza. Non è proprio dove abito, ma comunque è una discreta approssimazione.

Sul palco presenta Andrea Rivera, tra un ospite e l'altro strimpella battute a raffica, anche pesanti, come quella su Joerge Haider, morto proprio quel giorno: E' sbandato. Mi dispiace. Ma come ha fatto? Lui teneva sempre la destra!.

Numerosi gli ospiti della manifestazione, anche se molti sono già intervenuti nel primo pomeriggio. E' oramai quasi notte quando sul palco compare Simone Cristicchi. Lui non si limita ad una comparsata e a un breve discorso, ma si produce in un concerto vero, lungo circa mezz'ora. Canta anche l'inedita e durissima 'Genova brucia' che, dice, non ha trovato ancora un editore disposto a pubblicarla, dato che vede il famoso G8 del 2001 con gli occhi di un celerino violento e fascistoide ('un-due tre viva-viva Pinochet', '4-5-6 fossi in te non parlerei' e insulti vari a questi 'no global'). E' una canzone d'attualità, dato il processo ancora in corso contro la polizia per i pestaggi contro i 'no global', e lui la canta, nonostante siano ben note le polemiche che hanno coinvolto lo stesso di Pietro, contrario ad una commissione parlamentare d'inchiesta. Oramai è buio, quando lui conclude con la struggente 'Ti regalerò una rosa'; prima di lasciare il palco invita a firmare il referendum contro il Lodo Alfano.

Poco dopo, di Pietro torna sul palco e annuncia il raggiungimento di 250.000 firme, poi presenta 'un augurio da Nobel'. Arrivano infatti Dario Fo e Franca Rame. Lei parla per prima e, come ha promesso, è estremamente breve, scandendo la frase: Antonio di Pietro, l'unico uomo politico italiano con i coglioni. Segue il logorroico intervento di Dario Fo. Applausi scroscianti ad entrambi. Alla fine della manifestazione, di Pietro si produce in un ultimo, lungo discorso sulla necessità di porre freno al governo di Berlusconi, di cui ha ricordato anche la norma 'salva Tanzi' contro la quale Tremonti stesso aveva minacciato le dimissioni. Il discorso è lungo e accorato; di Pietro, visibilmente stanco ma soddisfatto, si congeda e ringrazia i volontari dei gazebo che hanno raccolto firme fino ad allora, come anche altri in decine di piazze d'Italia.

Dopo la manifestazione c'é anche un fuori programma. Un uomo piuttosto anziano, apparentemente ubriaco, si mette a discutere con la coppia Fo-Rame che stanno aspettando il taxi per andarsene; si intrattengono per parecchi minuti a discutere con il tizio in questione, che si arrabbia per le loro idee. Dice che Berlusconi è stato eletto 'e lasciatelo governare'. La piccola folla vicino si scaglia contro costui rispondendogli a tono. Fo invece sorride senza dire quasi nulla, biascicando qualcosa e mostrandosi imperturbabile alle escandescenze dell'uomo e della folla che tutt'attorno gli inveisce contro e ribatte alle sue argomentazioni. Tutt'attorno c'é chi filma con gli immancabili videofonini. Poi arriva il taxi e l'improvvisato show finisce. Sono quasi le 10 di sera.


Fonti

Notizia originale
Questo articolo contiene notizie di prima mano comunicate da parte di uno o più contribuenti della comunità di Wikinotizie.

Vedi la pagina di discussione per maggiori informazioni.