Quattro arresti a Napoli per frode fiscale e truffa aggravata riguardo contributi pubblici per l'editoria televisiva locale

Napoli, giovedì 15 novembre 2018

Un veicolo della Guardia di Finanza, uno dei due corpi di polizia coinvolti negli arresti

Il Nucleo tributario della Guardia di Finanza e la DIGOS di Napoli hanno arrestato ieri mattina 4 persone, tutte sottoposte alla misura degli arresti domiciliari, con l'accusa di frode fiscale, per un valore di €3.000.000, e truffa aggravata, per aver ottenuto illecitamente €2.300.000 di contributi dello Stato italiano destinati alle reti televisive locali del suo territorio: si tratta di Lucio Varriale, patron di una delle reti coinvolte, Carolina Pisani, una sua collaboratrice messa a capo di una società del gruppo, Claudio Erra e Renato Oliva, commercialisti di Varriale; è stato altresì disposto il sequestro di beni delle società e degli indagati per un valore equivalente alla somma contestata dall'accusa di frode fiscale.

Le società coinvolte sono Julie Italia srl, SO.PRO.DI.MEC. S.r.l. e Universo 3000 S.r.l., rispettivamente editrici di Julie Italia, Telelibera e TeleAkery.

Il fascicolo d'indagine dal quale sono scaturiti gli arresti comprende anche ipotesi di reato di tentata estorsione e diffamazione, in quanto si contestano a Varriale un'accusa di tentata estorsione ai danni di Stefano Caldoro, all'epoca presidente della Regione Campania, e l'uso della trasmissione Vostro Onore, in onda su Julie Italia, per lanciare più volte attacchi contro i magistrati che hanno indagato o indagavano su di lui e la Guardia di Finanza, considerati dalla magistratura come diffamatori; l'uso della misura cautelare anche per far cessare la trasmissione, riportato dal GIP nell'ordinanza, è stato fatto notare anche dall'avvocato di Varriale, Giovanni Siniscalchi, mentre lavoratori e collaboratori di Julie Italia, preoccupati per il proprio lavoro e per l'esistenza della rete, sospettano che vi sia in ne bis in idem per il fatto che le motivazioni del sequestro di beni avvenuto 18 mesi prima e quelle degli arresti sono identiche ed annunciano che continueranno a lavorare fintanto che gli sarà permesso.

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