Il Parlamento macedone approva: nuovo nome sarà Macedonia settentrionale

12 gennaio 2019

Zoran Zaev e Nikos Kotzias.

Il Parlamento macedone ha approvato a larga maggioranza la legge di modifica della Costituzione che ne modificherà il nome in “Repubblica della Macedonia settentrionale”. La modifica entrerà in vigore dopo che il parlamento greco avrà ratificato l'accordo internazionale concluso dai due Paesi il 12 giugno 2018 e firmato dai premier Zoran Zaev e Alexīs Tsipras.

La legge dovrebbe porre fine a una lite tra i due Paesi sorta nel 1991, quando la Macedonia dichiarò la sua indipendenza dalla Jugoslavia scegliendo il nome “Repubblica di Macedonia”. Nome che suscitò forti critiche da parte dei cittadini greci, che accusarono i macedoni di essersi appropriati dell'identità culturale e storica appartenente alla confinante Regione della Macedonia, entità amministrativa greca. Nel 1993 l'ONU subordinò l'ingresso della Macedonia nell'organizzazione alla condizione che il suo nome ufficiale fosse “Former Yugoslav Republic of Macedonia” (FYROM).

A favore della pacificazione di Grecia e Macedonia si erano espresse l'Unione europea e la NATO. Perplessità erano state espresse dal ministro degli esteri russo Sergej Viktorovič Lavrov per il timore di una possibile adesione della Macedonia al trattato nordatlantico. Contrari anche le forze nazionaliste greche.

Nel settembre 2018, l'opposizione filorussa per tentare di fermare il progetto aveva propomosso un referendum consultivo che domandava ai cittadini macedoni: "Sei a favore dell'adesione all'Unione europea e alla NATO, accettando l'accordo tra la Repubblica di Macedonia e la Repubblica di Grecia?". Il referendum, nonostante la vittoria del 'sì', è fallito per il mancato raggiungimento del quorum: l'affluenza era sta solo del 36.91%.

Il governo del primo ministro Zoran Zaev quindi ha deciso di sottoporre al voto parlamentare l'approvazione della riforma costituzionale, che in aula ha ottentuo il voto favorevole di 81 parlamentari su 120, oltre i due terzi necessari all'approvazione.

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