Elezioni europee 2009, il PdL presenta la riforma della legge elettorale

domenica 20 luglio 2008 Il Popolo della Libertà ha presentato una bozza di riforma della legge elettorale europea che modificherà tre punti dell'attuale legge:

  • La soglia di sbarramento
  • Il numero di circoscrizioni
  • Le preferenze esprimibili

Verrà posto uno sbarramento al 5%, cioè il massimo che consentono i vincoli europei, anche se in realtà il vero sbarramento è intorno al 20%: questo perché aumentando da 5 a 15 il numero delle circoscrizioni ci sarà uno sbarramento indiretto del 20%. In ogni circoscrizione verranno eletti 5 europarlamentari. Un'altra modifica però attende la legge elettorale europea: verrà infatti tolta la possibilità agli elettori di porre le loro preferenze sulla scheda visto che, come nelle politiche, ci saranno le liste bloccate, decise dai partiti prima delle elezioni.

La riforma della legge elettorale per le elezioni dell'Europarlamento consentirebbe dunque, se applicata in tempo, di mandare i cittadini italiani alle urne con il nuovo sistema, nei giorni del 7 e 8 giugno 2009. Quest'ultima futura modifica, sempre che venga poi approvata nel corso del lungo iter legislativo, sembra confermare l'allarme lanciato dal blog dell'Italia dei Valori il 29 maggio col post Altre elezioni, altra porcata. Dure critiche arrivano anche dal diario-online di Beppe Grillo, che proprio quest'oggi (20 luglio, n.d.r.) ha pubblicato il post Porcellum europeo.

Per ora non è giunta nessuna reazione dai partiti anche se presumibilmente queste modifiche potrebbero trovare l'appoggio solo del PdL e del PD; non di certo l'appoggio potrà arrivare dagli altri partiti che verrebbero spazzati via, salvo rivoluzioni elettorali, a parte la Lega Nord che, tenendo come metro di giudizio i risultati ottenuti nelle recenti elezioni politiche del 13 e 14 aprile, riuscirebbe a mandare a Strasburgo solo uno o due suoi rappresentanti.

Il Partito Democratico per ora non ha ancora commentato questa proposta, che verrebbe molto comoda al partito guidato da Walter Veltroni perché, con queste modifiche, riuscirebbe ad avere più di 29 europarlamentari, e in questo modo creerebbe un gruppo parlamentare a sé senza dover fare l'annosa scelta tra il Partito Socialista Europeo e i Liberali, Democratici e Riformatori, scelta che ha più volte smosso le acque all'interno del partito di centro-sinistra: così come la componente ex-DS non vedrebbe bene la scelta di un gruppo centrista all'Europarlamento, i cattolici non gradirebbero essere rappresentati nel PSE. L'IdV, dal canto suo, aderisce già all'ELDR.

Ovviamente per il PD sarà molto difficile giustificare la scelta d'appoggiare questa riforma visto che il suo elettorato mal vedrebbe una legge elettorale europea con la lista bloccata.

Fonti