Battaglia di Gaza: 109 vittime, molti civili

lunedì 3 marzo 2008

La Striscia di Gaza al 2005

Nonostante l'Esercito israeliano abbia intrapreso il ritiro dalla Striscia di Gaza, il futuro nella regione mediorientale è quanto mai incerto.

L'offensiva israeliana, conseguita al consueto lancio di razzi sulla città di Sderot, si è subito caratterizzata per un'estrema durezza. E ora che il fuoco delle armi tace, è possibile stilare un primo bilancio degli scontri. Sarebbero 109 le vittime, molti civili, numerosi anche i bambini.

La propaganda di Hamas, però, canta vittoria. Il partito palestinese afferma che l'Esercito israeliano ha fallito l'obiettivo di distruggere le brigate Ezzedine Al-Qassam e fa proseguire i lanci di razzi da Gaza. Israele, in risposta, annuncia per bocca del presidente della Commissione parlamentare per gli affari esteri e Difesa, Zahi Hanegbi, che entro breve tempo verrà lanciata un'altra offensiva "per abbattere il regime terroristico di Hamas" e "conquistare l'Asse Filaselfi che è il confine tra Gaza ed Egitto. Tanto prima agiremo, tanto meglio.

In Cisgiordania si sono svolte numerose manifestazioni spontanee, mentre le autorità politiche palestinesi lavorano ad un governo di unità nazionale.

Nel frattempo, il Commissario generale dell'Agenzia dell'Onu per i rifugiati Palestinesi dichiara tutto il suo disgusto per le violenze che hanno colpito Gaza e denuncia le crescenti difficoltà degli ospedali locali nel curare i feriti.

Un carro Merkava israeliano

Il primo ministro palestinese Salam Fayyad ha criticato pesantemente Israele per l'azione contro Gaza, ma non ha risparmiato attacchi ad Hamas, il cui cinismo «non sembra conoscere limiti.». Fayyad ha chiesto alla comunità internazionale di proteggere Gaza con una forza d'interposizione.

La diplomazia internazionale, dal canto suo, appare divisa e incerta, anche alla luce dei difficili rapporti con Hamas, che Stati Uniti e Unione Europea hanno incluso tra le organizzazioni terroristiche.

Mentre Condoleeza Rice punta sulla soluzione negoziale e sarà in Israele per sostenerla in settimana, l'ONU e l'UE prendono le distanze dall'azione israeliana, ma anche dai lanci di razzi sul territorio dello stato ebraico.

Shimon Peres ha dichiarato che «Israele non odia i palestinesi e non intende colpire la popolazione innocente, ma gli abitanti di Gaza, con Hamas in testa, devono capire che la migliore protezione per i loro figli è la fine assoluta del fuoco di razzi su Israele».

D'Alema, ministro degli esteri uscente del governo Prodi bis ripropone la sua tesi politica della pace che si fa con il nemico: «È difficile che vada avanti il processo di pace se non si apre il dialogo con la parte palestinese che governa a Gaza», «è impossibile fare la pace con metà palestinesi mentre si fa la guerra con gli altri». «È chiaro che se non c'è distensione con Gaza non si può fare la pace con Ramallah».

La domanda a cui il mondo attende risposte, però, è se i due nemici intendono davvero fare la pace.

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