Un'Asti commossa ha dato l'ultimo saluto a Giorgio Faletti

giovedì 10 luglio 2014

Giorgio Faletti nel 2009

Una folla commossa ha salutato per l'ultima volta Giorgio Faletti, l'eclettico artista, scrittore, attore, paroliere e comico astigiano, scomparso prematuramente venerdì scorso all'età di 63 anni dopo una lunga malattia.

Sono state oltre 5.000 le persone che hanno partecipato ai funerali svolti martedì pomeriggio nella chiesa della Collegiata di San Secondo di Asti, molte delle quali hanno seguito e assistito alla cerimonia funebre gremendo l'omonima piazza dedicata al Santo Patrono, non essendo riusciti a entrare all'interno della chiesa già strapiena di persone. Tanti amici, fan, gente comune e molti volti noti del mondo dello spettacolo, della musica e della televisione erano presenti per dare l'ultimo saluto, fra cui Antonio Ricci, Ezio Greggio, Sergio Vastano, Enrico Beruschi e Margherita Fumero, compagni d'avventura ai tempi del "Drive In", ma anche Ugo Conti, Gigi Sammarchi, Franco Neri, Massimo Gramellini, Enrico Ruggeri assieme alla compagna Andrea Mirò, Franco Mussida, Giancarlo Sbriziolo (il chitarrista dei "Dik Dik"), Luca Jurman, Bruno Santori e Luciana Littizzetto.

Assieme a loro, anche gli amici più stretti come Danilo Amerio, Massimo Cotto e Paolo Conte, quest'ultimo visibilmente provato e particolarmente costernato dalla sua perdita: "Ci conoscevamo da tantissimo tempo. Era intelligentissimo e molto sensibile, aveva una reattività di spirito fantastica, unica. Di Giorgio mi mancheranno molte cose, la sua capacità di vedere le cose che rimbalzavano l'una contro l'altra, passando dall'allegro al malinconico e poi mi mancheranno i suoi libri, scritti bene e da Dio. Qui ad Asti, Giorgio era considerato un'istituzione. L'ultima volta che ci siamo visti mi ha raccontato una barzelletta".

L'arrivo del feretro è stato accolto da un lungo applauso protrattosi per 15 minuti fra due ali di folla, prima di fare ingresso in Collegiata. Introducendo il rito funebre, il parroco don Giuseppe Gallo ha elogiato l’unità della famiglia di Faletti e l’accoglienza degli astigiani. Nell’omelia ha poi toccato numerosi temi, sottolineando come l’artista abbia vissuto "esaudendo i propri più veri e vivi desideri", pur osservando l’"etica della solidarietà", ovvero "sentirsi parte della città, dell’umanità". Solo così Faletti ha potuto scrivere "parole parlanti e non parlate". Al termine della cerimonia, è stato lasciato spazio agli interventi di chi ha lavorato e collaborato con lui, fra cui quelli toccanti del collega americano Jeffrey Deaver e di Massimo Cotto: "Non so cosa ci sia al piano di sopra. Spero ci siano dischi e libri, spero si mangi bene. Spero ti lascino cucinare. Lo dico per chi è con te: se ti lasciano cucinare poi non ti fanno più smettere". E ancora: "Spero che tu abbia già rivisto i tuoi genitori, Zuzzurro, gli amici che ti hanno preceduto. Spero che mio padre ti abbia fatto vedere i dintorni". "Se è vero che una persona smette di vivere non quando muore ma quando viene dimenticata, allora stai sicuro che prima di morire ti ci vorrà un bel po’". E poi l’immagine commovente dell’ultima notte: "Tu e Roberta siete stretti uno all’altra, immobili, come addormentati, come se niente di quello che stava succedendo fosse vero, come fosse stato solo uno dei tuoi scherzi. Il tuo ultimo capolavoro. Non dimenticherò mai voi due abbracciati, come non esistesse nient'altro al di fuori di voi due" e termina dicendo "Ti saluto, vienici a trovare se puoi e se c'è qualcosa, lassù fammi sapere, e se per caso non ci sei, come non detto".

Al sindaco della città, Fabrizio Brignolo, è affidato l’ultimo intervento: un saluto a nome della città listata a lutto, un ringraziamento per aver accettato di diventare presidente della Biblioteca Astense, e "per averci fatto ridere, e ci farai ancora ridere, per averci fatto piangere, e ci farai ancora piangere, e per essere stato un grande astigiano".

Prima della benedizione finale sono state fatte ascoltare due canzoni di Faletti: «Confesso che ho vissuto» interpretata da Angelo Branduardi, e «Identikit». Tantissime persone hanno reso omaggio all'artista anche nella camera ardente allestita al Teatro Alfieri, rimasta aperta fino alle 14. Tra le innumerevoli testimonianze di cordoglio per la morte di Giorgio Faletti, c'è stata anche la telefonata del presidente del consiglio Matteo Renzi, che ha parlato con la moglie dell'artista, Roberta Bellesini. È stata lei stessa a rivelarlo, ringraziando anche la città per la gran partecipazione e vicinanza mostrata nei confronti dell'amato scrittore e attore. "Per Giorgio - ha detto la vedova - c'è stato un eccezionale tributo d'affetto, dal premier Renzi alle tante persone comuni che hanno voluto rendere omaggio a mio marito". La salma è stata poi tumulata presso il cimitero di Asti.


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