Sciopero e crisi di governo in Tunisia

venerdì 8 febbraio 2013

Proteste in Tunisia.

Forti proteste e scontri in piazza in tutta la Tunisia, nel giorno dei funerali di Chokri Belaid, il leader dell'opposizione di sinistra che due giorni fa è stato assassinato di fronte alla sua abitazione; alle esequie hanno partecipato oltre diecimila persone, vigilate dall'esercito, e la salma è stata trasportata con gli onori militari al cimitero di Djellaz. Nel frattempo scuole, ospedali, tribunali e negozi sono rimasti chiusi per partecipare allo sciopero nazionale indetto dai partiti di opposizione, il primo in più di 15 anni; tutti i voli in partenza e in arrivo all'aeroporto di Tunisi sono stati cancellati.

In seguito all'episodio il primo ministro Hamadi Jebali ha dichiarato lo scioglimento dell'attuale governo in favore della formazione di un nuovo esecutivo tecnico. Ieri diversi manifestanti si sono scontrati con le forze dell'ordine, con diversi feriti e arresti, oltre ad un ragazzo morto a Gafsa, nella Tunisia centrale. Nello stesso giorno quattro dei partiti di opposizione, tra cui il Fronte Popolare a cui apparteneva Belaid, hanno dichiarato di voler abbandonare – in segno di protesta – i lavori del Parlamento e di indire uno sciopero nazionale.

Al momento non è chiaro chi sia stato il mandante e l'esecutore dell'omicidio: Belaid da tempo si lamentava della deriva estremista di alcune frange politiche ed era molto critico nei confronti di Ennahda, il partito di maggioranza al potere. Intanto il presidente Moncef Markouzi ha interrotto la sua visita ufficiale in Francia ed annullato quella seguente in Egitto, per rientrare nel paese il prima possibile. Anche la situazione politica è particolarmente complessa: nonostante la proposta di un nuovo governo dell'attuale premier Jebali, il suo vice Abdelhamid Jelassi ha affermato che l'idea non è stata presa in accordo con il partito e che anzi non è favorevole.

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